Impianti dentali in caso di poco osso
Dopo aver perso un elemento dentale, l’osso che lo sosteneva va incontro ad un riassorbimento che è differente da paziente a paziente. Questo però può risultare in una condizione di supporto osseo ridotto.
L’assenza di osso può essere di vario tipo: si parla di atrofia verticale quando l’osso manca in altezza e di atrofia orizzontale se manca in spessore: non sono rari i casi in cui queste due fattispecie compaiono contemporaneamente.
Fortunatamente oggi possiamo inserire impianti anche nella maggior parte dei casi dove l’osso a disposizione sia poco, grazie alla diagnostica in 3 dimensioni, la chirurgia guidata, la rigenerazione ossea e l’utilizzo di impianti corti.
Ma cosa sono gli impianti corti?
Gli impianti dentali sono viti in titanio che vengono inserite nell’osso e che si integrano con esso con un legame molto forte.
All’inizio del loro utilizzo si pensava che fossero necessari impianti molto lunghi per sostenere il carico masticatorio, ma non sempre il paziente aveva una quantità di osso sufficiente per il loro inserimento e quindi si doveva procedere con tecniche ricostruttive complesse per ricreare l’osso necessario.
Negli ultimi decenni la ricerca ha studiato anche un altro approccio usando i cosiddetti impianti corti (lunghi dai 6 a 8 mm) e extracorti (meno di 6 mm) per valutare la loro efficacia e durata.
L’utilizzo di questi impianti permette di trattare pazienti con osso ridotto senza ricorrere a chirurgie ricostruttive complesse, soprattutto in quei pazienti che per motivi di salute non possono sottoporvisi.
Quanto durano gli impianti corti?
E’ stato dimostrato che gli impianti corti hanno la stessa percentuale di successo degli impianti lunghi, sia per quanto riguarda l’impianto che la protesi che viene costruita su di essi.
L’unica differenza tra le due tipologie di impianti è che con gli impianti corti i denti costruiti su di essi potrebbero essere più lunghi di quelli sugli altri impianti. Ma essendo usati solo nei settori posteriori questa differenza non è praticamente mai percepita come un problema estetico per il paziente.
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